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Bochesmalas

giovedì 29 settembre 2011

Bad Religion




I Bad Religion nascono sotto il sole di Los Angeles nel lontano 1979 e da allora continuano a sfornare album eccellenti e grandi canzoni.
I colpevoli sono principalmente due: Greg Graffin, la voce e forse la migliore penna in ambito punk rock; Brett Gurewitz, la chitarra, il produttore e il capo della casa discografica punk più famosa del mondo, la Epitaph.
L’inizio è all’insegna dell’hardcore californiano sulla scia di band come Black Flag, Circle Jerks o Adolescents e il manifesto di quel periodo storico è il primo tellurico album: “How could hell be any worse?”, un pugno in faccia. Qualche anno dopo pubblicano il terribile “Into the unknown” l’unico passo falso della loro brillante carriera, una sorta di tentativo di mutazione del loro punk rock in musica elettronica, con un grande spiegamento di sintetizzatori che risultano decisamente fuori luogo e riescono a rovinare il disco e l’affiatamento del gruppo. Subito dopo, infatti, la band si scioglie temporaneamente.
Nel 1987 i Bad Religion ripresero il loro posto sui palchi roventi e negli scaffali dei negozi di dischi. La formazione si era stabilizzata con Graffin alla voce, Gurewitz alla chitarra, Greg Hetson (ex Circle Jerks) all’altra chitarra, Jay Bentley al basso e Pete Finestone alla batteria. Danno vita a un nuovo capolavoro: “Suffer”, un concentrato di adrenalina, punk rock, melodia e testi ben al di sopra della media. Nasce l’hardcore melodico e non lo fermerà più nessuno.
Seguirono altri capolavori: “No control”, “Against the grain”,”Generator”. Le melodie e gli intrecci vocali si fanno via via più raffinati e complessi, ma l’acceleratore resta premuto a fondo. Con “Recipe for hate” invece i tempi rallentano, le ritmiche diventano meno serrate e le melodie assumono un più ampio respiro, tanto che l’etichetta “punk” risulta un po’ riduttiva. Ma in linea di massima non si può dire che sia un brutto disco, anzi contiene al suo interno delle ottime canzoni rock.
Nel 1994 provano a lasciare la loro Epitaph, nata e cresciuta con loro, per tentare di fare il grande salto con una major, la Sony, e sfornano l’ottimo “Stranger than fiction”, più potente e interessante del disco precedente. Subito dopo Gurewitz decide di occuparsi solo della sua etichetta discografica e dei suoi problemi con la droga e appende momentaneamente la chitarra al chiodo. Esce l’eccellente “The grey race” con alla chitarra l’ex Dag Nasty Brian Baker e il punk rock accoglie nuovamente i suoi padri a braccia aperte.
La Epitaph, intanto, stava crescendo a dismisura con il grandissimo successo commerciale degli Offspring, ma anche dei Rancid e NOFX. L’hardcore melodico aveva trovato la via del successo e l’Epitaph sfornava un gioiello dietro l’altro.


Dalla premiata ditta Bad Religion, invece, uscirono il debole “No substance” e il discreto “The new America” che conclusero (fortunatamente!) il sodalizio con la Sony.
Nel 2001 la band riprese tra i propri ranghi il figliol prodigo Mr.Brett e ritornarono tutti in casa Epitaph, con tre chitarre, tantissima esperienza e il loro nome nella leggenda.
Seguirono tre ottimi dischi: “The process fo belief”, “The empire strikes first” e “New maps of hell” il loro punk rock era diventato maturo.
L’ultimo album, del 2010, è “The dissent of man” a mio parere una delle pagine migliori della loro storia.
L’unica cosa che manca nella loro venerabile discografia è un disco dal vivo degno di tal nome, perché “Tested” edito dalla Sony non è granché e non rende giustizia a una delle migliori live band del pianeta.


1.How could hell be any worse? - 1982 - voto: 9


2.Into the unknown - 1983 - voto: 4


3.80-85 - raccolta con il primo album e i singoli, pubblicata nel 1992 - voto: 9


4.Suffer - 1988 - voto: 10


5.No control - 1989 - voto: 10


6.Against the grain - 1990 - voto: 10


7.Generator - 1992 - voto: 9


8.Recipe for hate - 1993 - voto: 7


9.Stranger than fiction - 1994 - voto: 8


10.The grey race - 1996 - voto: 8



11.No substance - 1998 - voto: 6


12.The new America - 2000 - voto: 6


13.The process of belief - 2002 - voto: 8


14.The empire strikes first - 2004 - voto: 7


15.New maps of hell - 2007 - voto: 7


16.The dissent of man - 2010 - voto: 9



















Qualche assaggio:











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Ben Goossens è un fotografo belga che crea fotomontaggi sperimentali-surrealisti modificando le fotografie con l'uso dell'aerografo e della manipolazione digitale, con eccellenti risultati. Magritte è dietro l'angolo...