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Bochesmalas

martedì 27 dicembre 2011

NOFX




I NOFX vagano impunemente negli stereo di milioni di appassionati di punk rock, e territori confinanti, dal 1983, o giù di li...e nessuno ancora è riuscito a fermarli.
Si sono formati e hanno proliferato a Berkeley, Bay Area, California, territorio ideale per la controcultura e per chi possiede i cromosomi del punk rock (tra gli altri, anche i Green Day e i Rancid provengono da quelle parti). Sono riusciti a vendere un sacco di copie dei loro album (si parla di circa 7 milioni  di dischi venduti, mica noccioline...) senza piegarsi al volere delle major e del music business: niente MTV né passaggi su radio commerciali nella loro carriera; il “successo” è arrivato grazie all’ottima musica prodotta e a un’infinita serie di concerti, in lungo e in largo per le Americhe, l’Europa e ovunque fosse possibile suonare, anche in paesini sperduti. Chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo può capire bene il perché.
Il loro nome enigmatico (come del resto molti dei titoli dei loro album) non ha un’origine certa: secondo Fat Mike (cantante, bassista e “leader” del gruppo) ognuno può dare l’interpretazione che preferisce, secondo qualcuno significa no effects (nessun effetto, inteso come effetto speciale), secondo altri deriva dall’ascolto da parte della band di un disco dei Negative FX, che pare non sia piaciuto troppo.
Le prime incisioni (pubblicate più tardi nell’album Maximum Rock’n’Roll, edito dalla Mystic records) non erano niente di eccezionale: grezzo punk rock poco personale e non troppo efficace. Con il primo album ufficiale, Liberal Animation, cominciarono a distillare meglio il loro prodotto con suoni e idee migliori su una base di skate punk derivata da ripetuti ascolti di RKL, Adolescents e Bad Religion. Riusciranno a fare meglio (molto meglio) con il secondo disco a lunga durata, S&M Airlines, il primo pubblicato per la Epitaph di Brett Gurewitz dei Bad Religion. Il disco è prodotto decisamente meglio e presenta un suond più a fuoco, a cavallo tra il punk rock delle origini e l’hardcore veloce e complesso di gruppi come i Rich Kids on LSD; le composizioni migliorano notevolmente, iniziando ad assumere i connotati tipici del NOFX sound. Il terzo album, Ribbed, sposta ulteriormente il baricentro verso l’hardcore melodico con eccellenti risultati.
Ma la vera svolta nel suono, e nella fortuna, del gruppo arriva nel 1991 con la sostituzione del chitarrista Steve Kidwiller con El Hefe, chitarrista e trombettista d’indubbio talento. La musica si arricchisce con altri elementi, estranei al corredo originale: ska, reggae, Oi!, pop punk e tracce di altri generi, sempre ben amalgamati nella caratteristica struttura a base di punk rock e hardcore melodico. Arrivano anche i capolavori, quelli che entrano di diritto nelle classifiche dei migliori dischi punk di sempre: l’EP The Longest Line, White Trash Two Heebs and a Bean e il fenomenale Punk in Drublic. In questi tre dischi c’è tutta l’essenza della musica di Fat Mike e soci: melodie a rotta di collo, trovate geniali e alquanto atipiche nel genere, velocità, grandi canzoni e un’attitudine perennemente in bilico tra il politicamente impegnato, l’antagonismo di scuola “Repubblica popolare di Berkeley” e tonnellate di bizzarra follia e goliardia incontrollabile. Tra i solchi di questi dischi si trovano tutti (o quasi) i loro piccoli-grandi classici: The Longest Line e Kill All the White Man sull’EP; Bob, Stickin’ in My Eye, The Bag, Johnny Applessed su White Trash; Don’t Call me White, The Brews, Leave it Alone, The Cause e forse l’intera scaletta sul capolavoro Punk in Drublic.
Nel frattempo (nel 1990) Fat Mike fondò insieme a sua moglie Erin l’etichetta discografica Fat Wreck Chords, per la quale sono usciti decine di dischi di ottima qualità, sempre in ambito punk rock e hardcore melodico; oltre a diversi lavori dei NOFX (soprattutto singoli ed Ep, ma anche gli ultimi tre album in studio), hanno inciso per la Fat moltissimi gruppi di assoluto valore come i Lag Wagon, i Good Riddance, gli Avail, gli Epoxies, gli 88 Fingers Louie, i No Use For a Name, i Rise Against, gli Strung Out, gli Snuff e tantissimi altri. Come successo con l’antesignana Epitaph, o con la Lookout records, anche qui sia la musica sia la parte grafica sono caratterizzate da una sorta di marchio di fabbrica che rendono i dischi sfornati per l’etichetta assolutamente riconoscibili, e riconducibili alla scena madre che li ha generati.
Intanto, dopo il botto di Punk in Drublic, i NOFX diedero alle stampe il primo live della loro carriera: I Heard They Suck LIve, un ottimo disco edito per la Fat Wreck Chords e, subito dopo, nel 1996, il sesto album in studio, Heavy Petting Zoo, un lavoro più che buono ma ben diverso dall’irruento ed esplosivo Punk in Drublic, con molta più melodia, una vaga sensazione di malinconia che aleggia un po’ di qua e la tra le linee vocali, e un leggero calo di ritmo. Il disco, comunque, verrà ricordato più per la pluricensurata copertina che per le (ottime) canzoni contenute. Forse per smentire i sospetti di un imminente ammorbidimento del sound pubblicarono subito dopo l’EP Fuck The Kids, violento e velocissimo hardcore punk con brani brevissimi che sembrano schegge impazzite, sulla falsariga della bellissima compilation Short Music For Short People, sempre su Fat Wreck.
So Long and Thanks For All the Shoes e Pump Up the Valuum (quest’ultimo porta entrambi i marchi: Epitaph e Fat Wreck Chords) sono gli ultimi dischi incisi per la Epitaph, due lavori (come al solito, del resto...) di ottima qualità, anche se, soprattutto nell’ultimo, mancano i brani memorabili. 
Nel frattempo, tra un album e l’altro, i NOFX riescono a incidere una miriade di singoli ed EP, uno split con i Rancid, e pubblicano la bellissima raccolta di materiale inedito, singoli e meraviglie assortite, 45 or 46 Songs That Weren’t Good Enough to Go on Our Other Records: assolutamente imperdibile.
Con The War on Errorism del 2003, con il faccione di Bush in copertina, aumenta il coinvolgimento politico di Fat Mike e soci (parteciparono anche al tour Rock Against Bush). Il successivo, Wolves in Wolves’ Clothing è ancora un buon disco, nonostante gli anni sulle spalle si facciano sentire. Lo stesso non si può dire per il secondo live, They’ve Actually Gotten Worse Live: a mio parere un disco mediocre che non rende assolutamente l’atmosfera di un loro concerto.
Nel 2009 è uscito quello che è a tutt’oggi l’ultimo lavoro ufficiale della band: Coaster, un disco eccellente, probabilmente il migliore da Heavy Petting Zoo a oggi. Dopo questo disco gli infaticabili NOFX hanno pubblicato qualche altra tonnellata di singoli ed EP, l’ennesima (e irrinunciabile) raccolta con singoli e inediti The Longest Ep che contiene il vecchio ep The Longest Line con in aggiunta altri 25 brani.
L’ultimo dischetto sfornato dai nostri eroi è l’EP NOFX del 2011 che contiene 9 cover hardcore punk d’annata (con brani di Agnostic Front, Battallion of Saints, D.O.A. e altri). Anche se Fat Mike non è più “fat” come una volta i NOFX suonano ancora alla grande e non ci abbandoneranno tanto presto.








Formazione:
Fat Mike: voce, basso
El Hefe: chitarra, tromba, voce
Eric Melvin: chitarra
Erik Sandin: batteria
Discografia essenziale:
Liberal Animation - 1988
S&M Airlines - 1989
Ribbed - 1991
White Trash, Two Heebs and a Bean - 1992
Punk in Drublic - 1994
Heavy Petting Zoo - 1996
So Long and Thanks for All the Shoes - 1997
Pump Up the Valuum - 2000
The War on Errorism - 2003
45 or 46 Songs That Weren’t Good Enough To Go On Our Other Records - 2002
Wolves in Wolves’ Clothing - 2006
Coaster - 2009
The Longest EP - 2010
NOFX - EP - 2011










































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