Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

sabato 30 marzo 2013

Darkthrone - The Underground Resistance


Fenriz e Nocturno Culto sono tornati. The Underground Resistance è il sedicesimo sigillo marchiato Darkthrone e, come recitano le note di copertina, è totalmente privo di ingannevoli copia e incolla e trucchi e imbelletti da studio di registrazione. Dritto in faccia, come al solito.
Rispetto ai lavori più recenti del duo norvegese, questo disco si discosta in parte dall'assalto black metal/hardcore punk/crust degli ottimi "F.O.A.D." e "Dark Thrones and Black Flags," anche se le molecole punkoidi sono ancora ben presenti in più di una traccia, e prosegue, invece, il riavvicinamento alle radici metal intrapreso già con il precedente "Circle the Wagons" del 2010.
Nei 6 brani in scaletta c'è molta carne al fuoco: black metal, heavy metal classico, epic metal, speed, thrash e punk. Il tutto sapientemente amalgamato dalle esperte mani di Fenriz e Nocturno Culto che si dividono equamente la scrittura dei brani e il ruolo dietro al microfono.
L'inizio con la micidiale, veloce e malefica, Dead Early non poteva essere migliore. Una botta punk-metal dall'anima thrash, che richiama alla mente un po' certi gruppi punk convertiti all'heavy metal (qualcuno si ricorda dei grandi English Dogs della "metalmorfosi"?) qualcosa dei Motorhead o dei primissimi Voivod e Celtic Frost. La successiva Valkyrie, targata Fenriz, è molto più varia, con una linea melodica non troppo distante da tentazioni di certo viking epic metal (Manilla Road), parti veloci e alcune linee di chitarra che richiamano la NWOBHM. 
Le poche tracce contenute nel disco si succedono senza tregua con ottime variazioni sul tema, malefici assalti black'n'roll, ritmi thrash e il classico marchio di fabbrica Darkthrone. Non crea nessun problema all'ascolto neanche la durata dei brani, che potrebbe apparire eccessiva alla prima occhiata al retro copertina. Invece, durante l'ascolto, la conclusiva Leave No Cross Unturned, nonostante i suoi tredici minuti abbondanti di durata, si rivela la traccia più intrigante e interessante del disco. Parte come se fosse un brano di una oscura band della New Wave Of British Heavy Metal degli anni 80, con tanto di vocalizzi degni di King Diamond, e poi s'incattivisce con il suo trascinante riffone metal da rottura delle ossa del collo assicurata.
In conclusione, qualora non lo si fosse capito, un gran bel dischetto.
The cult is alive!

Tracklist:

01.Dead Early 4.40
02.Valkyrie 5.13
03.Lesser Men 4.53
04.The Ones Who Left Behind 4.47
05.Come Warfare, The Entire Doom 8.37
06.Leave No Cross Unturned 13.40

Peaceville - 2013

voto: 9

Fenriz: batteria, voce
Nocturno Culto: chitarre, voce, basso






















La discografia dei Darkthrone:


Soulside Journey - 1991




A Blaze in the Northern Sky - 1992




Under a Funeral Moon - 1993




Transilvanian Hunger - 1994




Panzerfaust - 1995




Total Death - 1996




Goatlord - 1996




Ravishing Grimness - 1999




Plague Wielder - 2001




Hate Them - 2003




Sardonic Wrath - 2004




The Cult is Alive - 2006




F.O.A.D. - 2007




Dark Thrones and Black Flags - 2008




Circle the Wagons - 2010


venerdì 29 marzo 2013

Nick Cave and the Bad Seeds - Push The Sky Away


Dopo cinque anni, e un discreto stravolgimento della formazione, ritornano Re Inchiostro e i suoi Bad Seeds con il quindicesimo disco. Non c'è più il geniale chitarrista berlinese Blixia Bargeld (tra le altre cose leader degli immensi Einsturzende Neubauten) già da qualche anno e ora, da quest'album, non c'è più neanche il mitico Mick Harvey, membro co-fondatore dei "cattivi semi" insieme a Cave stesso.
Ma i Bad Seeds girano, comunque, alla perfezione e, come al solito, non sbagliano praticamente nulla. Push The Sky Away è, come sempre, un'opera perfetta di seducente e quieto pop rock cantautorale. Al suo interno non ci sono, ovviamente, le folli esplosioni punk blues dei grandiosi Birthday Party, né il garage rock chitarroso dei Grinderman. Ma la classe non è acqua e, nonostante gli anni sulle spalle, Nick Cave è sempre capace di scrivere ottime canzoni e confezionare grandi album. Ormai l'australiano è entrato con pieno diritto tra i grandi del mainstream, in compagnia di altri geniali crooner come Leonard Cohen, un tempo suo maestro, ora sullo stesso suo piano, con la differenza che nei suoni di Cave è ancora ben presente la componente alternative. Anche in questo disco non mancano rumori e suoni disturbanti e sperimentali che, pur in sottofondo, sporcano piacevolmente i 9 piccoli-grandi classici che compongono la scaletta. Nello sfondo sono presenti, piccole e flebili, tracce industrial, elettronica e ambient e un leggero velo di oscurità che ammorba le seducenti melodie presenti in generose dosi nelle canzoni del disco.
I ritmi sono lenti, i suoni scarni e minimali, e anche la grinta del precedente disco (Dig!Lazarus Dig!) è molto distante, ma questo Push The Sky Away è colmo di grandi canzoni: l'iniziale We No Who U R, la meravigliosa Wide Lovely Eyes, il sofferto blues di Higgs Boson Blues, la disturbante Water's Edge, la ballata Jubilee Street…


Tracklist:

01.We No Who U R
02.Wide Lovely Eyes
03.Water's Edge
04.Jubilee Street
05.Mermaids
06.We Real Cool
07.Finishing Jubilee Street
08.Higgs Boson Blues
09.Push The Sky Away

Bad Seed Ltd - 2013

voto: 8

Formazione:

Nick Cave - voce, tastiere, piano
Warren Ellis - violino, viola, synth, tastiere, flauto
Barry Adamson - basso
Martyn P. Casey - basso
Thomas Wylder - batteria
Conway Savage - voce
Jim Sclavunos - percussioni



















Discografia Nick Cave and the Bad Seeds:


From Her To Eternity - 1984




The First Born is Dead - 1985




Kicking Against the Pricks - 1986




Your Funeral…My Trial - 1986




Tender Prey - 1988




The Good Son - 1990




Henry's Dream - 1992




Let Love In - 1994




Murder Ballads - 1996




The Boatman's Call - 1997




No More Shall We Part - 2001




Nocturama - 2003





Abattoir Blues - 2004




Dig Lazarus Dig! - 2008





The Birthday Party: