Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

venerdì 30 gennaio 2015

Brevi considerazioni sull'Olocausto, la memoria, il silenzio, l'apatia e l'indifferenza

E ci risiamo.
In questi giorni, a cavallo tra il precedente post e Il Giorno della Memoria, mi sono immerso in questa triste vicenda, guardando innumerevoli video, tanti straordinari film e alcuni documentari, ho letto numerosi documenti e testimonianze sull'argomento. Tanti da non potermi occupare di altro. Tanti da esserne uscito spossato, provato, turbato, molto più di quanto mi sarei mai immaginato.
Ed eccomi "costretto" a scrivere su questo tema e a posizionare questo testo in vece di un articolo di ben altro tenore e genere (era pronto a uscire, ed ora lo vedo lì, fermo, triste e deluso, che mi guarda di sottecchi, con una punta d'odio, dalla scrivania).
Anche la pagina bianca che mi sta ospitando mi pare indisponente, come anche la tv, che ho distrattamente tenuto accesa sull'inutile farsa dell'elezione del presidente italico, mi guarda male.
Ecchecazzo.

In Italia quando si parla di Shoah e dello sterminio degli ebrei ci si stringe nelle spalle, si cerca di scivolare via lontano da questo discorso, si parla d'altro e ci si rifugia in una bella scatola del nostro proverbiale egoismo. Ci si volta dall'altra parte.

"Beh, forse un po' se l'hanno cercata"
"Anche loro però in Palestina..."
"Non credo sia tutto vero"
"È un'invenzione dei servizi segreti israeliani"
"E allora perché non fare un giorno della memoria per ricordare le vittime della guerra in Vietnam, nei gulag sovietici, in Iraq, in Bosnia, o durante l'impero romano? Gli americani hanno anche sganciato due bombe atomiche in Giappone. E allora?"

E via defecando al di fuori dell'apposita tazza.

Le immagini più atroci, i video e i film più crudi passano solo in seconda o terza serata, in fondo al palinsesto. Troppo orrore per il sensibile pubblico italiano, meglio la De Filippi o l'isola dei famosi che non fanno pensare e aiutano a votare Renzie a cuor leggero...come andare in un fast food.
I nostri cervelli possono contare al massimo su una short-term memory, quella a lungo termine è svanita, finita, evaporata, morta...come quasi tutti i reduci dei campi di concentramento, purtroppo.
E ovviamente si fa di tutto perché la memoria, quella vera, resti al di fuori dei nostri cervelli; in queste occasioni come anche nelle più frivole e insignificanti vicende della politica italica. Ma questa è un'altra storia.



Io invece ad Auschwitz ci sono stato e non lo dimenticherò mai.



"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare"

Martin Niemöller, 1946



Oggi mi gira così. Non ho voglia di parlare di niente altro.

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