Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

lunedì 31 ottobre 2016

Charnier - Charnier


I Charnier provengono dal Belgio, più precisamente dalla capitale Bruxelles. L'album omonimo è uscito su cassetta per l'etichetta belga Wool-E-Tapes ed è già esaurito da tempo. È disponibile invece la versione digitale che consiglio vivamente di andare ad ascoltare e magari anche acquistare perché ne vale la pena. Le sei tracce contenute in questo lavoro sono sei gioielli post punk-wave assolutamente da non perdere. I suoni sono quelli giusti, le canzoni pure.
Una sorpresa (l'ennesima) di questo grigio 2016...


Tracklist:

01.Bodies Flap Out
02.Can't You Remember
03.Nudity
04.Another Floor
05.Pictures
06.Gloomy Sunday

2016 - Wool-e-Tapes

sabato 29 ottobre 2016

Tetrolugosi - II


Inizio subito col dire che i Tetrolugosi sono un band decisamente atipica e difficile da imprigionare nei ristretti confini di una qualsiasi etichetta. Per rendere più facile il compito del lettore ignaro (come del resto lo ero io sino a pochi giorni fa) diciamo che si possono inserire in qualche modo nel torbido calderone della darkwave e derivati, nella metà oscura della musica. Ma, devo ammettere, che non è facile riuscire a paragonarli ad altre band non solo per quanto riguarda la scena nostrana. Perché la band in questione è italiana, più precisamente di Ripatransone nelle Marche. Si tratta di un duo composto da Sara Paradisi, tastiere, organo, theremin e voce, e Camillo Perazzoli alla voce, tastiere, organo e basso.
Come si evince dalla strumentazione in dotazione il suono dei Tetrolugosi è intriso di umori vintage, polvere, ombre e oscurità. L'uso dell'organo, del theremin, la voce baritonale maschile e i ricami celestiali (e talvolta spettrali) di quella femminile creano un'atmosfera oscura e al contempo giocosa e surreale. È evidente il richiamo alle immagini dei favolosi film horror di serie B degli albori del cinema, come a certe atmosfere affini al cosiddetto dark cabaret per la teatralità delle scelte vocali e delle loro architetture sonore, minimaliste ma anche raffinate. 
"Tetrolugosi II" è il secondo album del duo, l'uscita è prevista il prossimo 31 ottobre. Nel 2014 è uscito il primo disco omonimo che mi sono perso in chissà quale misterioso (ed ennesimo) buco nero dell'universo musicale. Nel frattempo cercherò  di porre rimedio al tempo perduto ma non posso non ammettere che il nuovo album è un'autentica gustosa prelibatezza, una delizia per i sensi.
In scaletta potete gustare l'ammaliante melodia di All The Monsters, la lenta e sinuosa nenia di Under The Fool Moon, le immagini grottesche di The Elephant Man, l'irresistibile darkwave di Cats in Space, condita di memorie anni 80 che riescono a rubare qualche lacrima ai nostalgici come me, la più tirata e inebriante The Wrath of God e tante altre inquietanti leccornie.
Insomma la surrealistic wave dei Tetrolugosi è un'autentica goduria, gente. Consiglio vivamente di fare visita al loro spazio bandcamp o a quello dell'etichetta danese Horror Records il 31 ottobre.

"I gufi non sono quello che sembrano"


Tracklist:

01.All The Monsters
02.Under The Full Moon
03.The Elephant Man
04.Circus
05.Cats in Space
06.Inferno
07.The Wrath of God
08.Sweet Undead
09.Sometimes They Come Back
10.Coffin Joe

2016 - Horror Records







venerdì 28 ottobre 2016

Voidfiller - Voidfiller


I Voidfiller sono di Malmö, in Svezia. E si sente. Questo iper punk violentissimo e veloce non può che provenire da quelle parti, non per niente la scuola svedese hardcore ha fatto ed è parte della storia di questo genere. Il crust punk dei Voidfiller non aggiunge niente di nuovo alla ricetta, qui troverete le solite schegge impazzite lanciate a folle velocità senza un attimo di respiro, ma gli svedesi, e gli scandinavi in genere, lo fanno dannatamente bene e i Voidfiller non fanno eccezione. Il disco omonimo e le dieci tracce che ne fanno parte sono una fantastica botta di adrenalina per allietare questi lunghi pomeriggi d'autunno. Suoni e attitudine senza compromessi né alcun tipo di concessione ai facili costumi delle mode imperanti. 

Una bomba. 



Tracklist:

01.Behind The Walls
02.After 10
03.The Weight
04.Rest
05.Auto-Charity
06.Sworn
07.Fill The Void
08.Crumble
09.Much And Many
10.Open Water

Not Enough - 2016


giovedì 27 ottobre 2016

Cavaverman - Tales From Cavafistool


Piccoli zombie crescono..."Tales From Cavafistool" è il titolo del secondo album dei Cavaverman, band di Monza composta da Sal Champion, voce e chitarra, Apocalypse Giò al basso e Doktor Hell alla batteria. Il primo album "James Dead" l'avevo trovato per caso e mi aveva conquistato, questo nuovo riapre il caso e capita proprio a fagiolo perché il classico e divertentissimo Horror Punk della band italiana mi serve su un piatto d'argento una delle mie grandi passioni mai sopite: il punk rock che sposa l'orrore. Di certo si tratta di un genere di nicchia che di questi tempi lo è ancora di più. Solo qualche decina di anni fa infatti l'horror punk dilagava con decine di band validissime quali Crimson Ghosts, Diemonsterdie, Blitzkid, Calabrese, The Spook, Grave Robber, Nim Vind, The Other, Mr.Monster e tantissimi altri. Di questi molti sono ancora in vita, qualcuno ha cambiato pelle ma forse il periodo d'oro è tramontato definitivamente. In questo sotto-genere, del resto, non si può inventare più nulla di nuovo; tutto quello che c'era da dire e da fare lo hanno e detto e fatto i padri-maestri Misfits. Nonostante ciò tante band sono riuscite ugualmente a scrivere pagine di grande musica nel grande libro dell'enciclopedia del rock. D'altronde il punk rock stesso è un genere che si ripete all'infinito da sempre e non per questo ha mai perso un solo briciolo di attrattiva. Lo stesso discorso si può fare con il figlio minore Horror Punk: quando le canzoni funzionano, le melodie dilagano, il ritmo non manca e i "mostri" sono in buona salute, una mezzora di sano divertimento è assicurata. Questo dovrebbe essere il mio quattrocentesimo disco Horror Punk nella mia collezione fisica e digitale, ma non sfigura affatto accanto ai pezzi migliori.
Tutte queste cazzate solo per dire che "Tales From Cavafistool" è per me un colpo al cuore, un ritorno alle origini assolutamente impagabile. I Cavaverman sono cresciuti benissimo e il loro esuberante zombiepunk è un toccasana per ogni male. La scaletta non presenta alcun calo, anzi cresce e migliora ad ogni ascolto e poi quel "Vampiro" in apertura non riesco proprio a toglierlo dalla testa.
Bello davvero. Grazie ragazzi.

"A funtastic journey through the life of a zombie hunter"



Tracklist:

01.Vampiro
02.Dead in Berlin
03.Yellow King
04.Green Goblin
05.Don't Cross The Streams
06.Inside You
07.Hero
08.Lora Ashley
09.Dead Boys of Summer
10.Don't Worry About Me
12.Teenwolf
13.Just Another Day
14.Dawn of the Cavaverman

2016

mercoledì 26 ottobre 2016

Christine Plays Viola - Spooky Obsessions


Ci siamo, il tanto atteso terzo album dei Christine Plays Viola è finalmente disponibile. "Spooky Obsessions" è l'ideale proseguo di una carriera invidiabile che ci ha regalato alcune preziose gemme del panorama indipendente italiano come gli album "Vacua" e "Innocent Awareness" per non parlare della serie di ottimi EP e succulenti video. La band abruzzese è divenuta nel tempo un gigante in ambito dark/new wave, uno di quei pilastri che reggono la scena oscura mondiale al di là di mode effimere e di tutte le innumerevoli band volatili che con il tempo non lasciano alcuna traccia.
Il nuovo album sboccia in maniera sublime con la traccia "Ossessione" il basso pulsante e un ritmo sostenuto che si sposa a meraviglia con l'idioma italico. Un brano riuscitissimo del quale è disponibile anche un altrettanto riuscito video (che potete vedere più sotto o direttamente su youTube).
Nel resto della scaletta i Christine Plays Viola ritornano alla lingua inglese e nel caso non aveste dimestichezza con la "lingua ufficiale" del rock "I testi sono ispirati da storie di persone al momento della morte, che ricordano il trauma subito nella vita e le preoccupazioni che hanno attanagliato le loro anime e le menti. Male, la paura, ossessione, i demoni sono tutti vivi nella loro mente!" 
La musica che accompagna queste parole è la "solita" lussuriosa miscela di casa Christine, ovvero darkwave, coldwave, post punk, gothic e un pizzico di sperimentazione, che la band riesce ulteriormente a raffinare, dosando gli ingredienti in maniera magistrale e plasmando canzoni micidiali come "Nefarious," "Murderous Dementia," "Slow Sinking in Bloom" o il sacrifico finale sul quale cala il sipario di Spooky Obsessions.
Mai l'oscurità è stata tanto elegante...



Tracklist:

01.Ossessione
02.Midnight Trauma
03.Behind A Wicked Mind
04.Nefarious
05.Poles Apart
06.Murderous Dementia
07.Unneeded Burial
08.N.D.E. (Life Beyond Life)
09.Slow Sinking in Bloom
10.The Last Sacrifice

2016 - Manic Depression 



martedì 25 ottobre 2016

Frustration - Empires of Shame


Ancora non riesco a capire come abbiano fatto a sfuggire alle mie orecchie questi Frustration. Ed effettivamente è frustrante passare ore, giorni, mesi e anni a setacciare l'underground come un segugio dopato e nonostante questo impiegare una decina d'anni per scoprire una band non più giovanissima. I Frustration non sono in giro da qualche giorno sono anni che calcano la scena in quel di Parigi, ma sono giunti ai miei timpani solo adesso in occasione della pubblicazione del loro capolavoro assoluto: questo "Empires of Shame" fresco di stampa.
Devo dire subito che se è vero che si tratta del loro disco migliore è altrettanto vero che quest'album è una delle cose migliori udite nel corso di quest'annata.
La band si muove tra le ombre del post punk d'annata (Warsaw, Wire, The Fall, tanto per citare loro stessi) senza però fare la solita copia in ciclostile. I Frustration hanno personalità, inventiva e tante frecce al proprio arco. Pescano dalla new wave, dalla coldwave, dal synth punk, dagli anni 80 come dal presente e lo fanno dannatamente bene. La traccia "Arrows of Arrogance" addirittura si tinge meravigliosamente di neo folk.
Grande disco, grande band.



Tracklist:

01.Dreams, Laws, Rights and Duties
02.Just Wanna Hide
03.Excess
04.Empires of Shame
05.Arrows of Arrogance
06.Mother Earth in Rags
07.Cause You Run Away
08.Even With The Pills
09.Minimal Wife
10.No Place

2016 - Born Bad Records


lunedì 24 ottobre 2016

Date At Midnight - Songs To Fall And Forget


Prosegue la serie di micro-recensioni dei dischi migliori di quest'anno con il nuovo lavoro dei romani Date At Midnight. "Songs To Fall Apart" è il secondo capitolo a lunga durata della band e devo dire che se il primo album "No Love" del 2011 era stato per me una piacevolissima sorpresa il nuovo nato è molto di più di una conferma: i Date At Midnight sono cresciuti veramente bene, la scaletta è ricca di una lunga serie di gemme veramente preziose e ottimamente rifinite. Il loro gothic rock si è evoluto, attingendo dalle inesauribili fonti del migliore post punk come della darkwave o dal death rock delle origini. Ma, come dicevo, sono le canzoni che colpiscono nel segno e queste dodici tracce sono qui per restare.
Giusto per la cornaca è doveroso citare la partecipazione del grande Simone H. Salvatori degli Spiritual Front nella traccia "Runnin' Round."




Tracklist:

01.Cold Modern World 
02.Beautiful Lie (let it die)
03.Dust
04.Black Ashes
05.Runnin' Round
06.Fading Into...
07.Waves
08.To Fall and Forget
09.Tonigh
10.The Virgin Light
11.Last Call
12.Follow

Manic Depression - 2016



sabato 22 ottobre 2016

Okkultokrati - Raspberry Dawn


Degli Okkultokrati dovreste sapere già quasi tutto se bazzicate da queste parti anche solo saltuariamente, dato che la band di Oslo qui è di casa. In ogni caso questi cinque folli norvegesi hanno da offrire una bestiale miscela di black metal, punk e hardcore e rock'n'roll, senza rinunciare a scorribande ambient e industrial giusto per disorientare un po' l'ascoltatore distratto. L'atmosfera del disco è oscura, dannata e pericolosa come si conviene da una band che proviene da quale gelide lande, ma l'energia e l'adrenalina non mancano affatto, anzi tutt'altro: le schitarrate hardcore e le impennate di ritmo rendono il disco assolutamente irresistibile. Il loro blackened rock'n'roll non può lasciare indifferenti se come me anche voi dal rock pretendete la giusta dose di malvagia violenza. "Raspberry Dawn" è un gran bel disco: "brutto, sporco e cattivo" come dovrebbe sempre essere un disco rock.




Tracklist:

01.World Peace
02.Raspberry Dawn
03.We Love You
04.Suspension
05.Hard To Please, Easy To kIll
06.Hidden Future
07.Ocular Violence
08.Magic People

Southern Lord - 2016

venerdì 21 ottobre 2016

Zeitgeist - Zeitgeist


Il Brasile non è solo terra di samba, spiagge, belle donne, calcio e Sepultura. Qui c'è anche una fertilissima scena punk hardcore dove fioriscono grandi band e dischi a dir poco eccellenti. Basti pensare ai fenomenali Os Estudantes solo per citarne uno. Non so se avete mai ascoltato qualcosa di quel mitico gruppo ma se non l'avete fatto vi consiglio di andare a cercare almeno il disco di debutto denominato "Album" pubblicato nel 2007. Non ve ne pentirete.
Ritornando ai Zeitgeist devo dire che non hanno nulla da invidiare a quella grande band. Provengono da Aracaju, capitale dello stato del Sergipe, nel nord est del Brasile, e suonano un'esplosiva miscela punk-hardcore veloce ed eccitante come non si sentiva da tanto tempo su queste coordinate sonore.
L'album omonimo di questa band contiene 12 tracce micidiali nelle quali alternano l'idioma nazionale con la lingua inglese. Il risultato è eccezionale.



Tracklist:

01.Intro
02.Homem de Bem
03.Today
04.De Baixo Para Cima
05.Deadline
06.Preacher
07.Senso Comum
08.Compulsive
09.Pesadelo
10.Palavras, Golpes e Risadas
11.The Mess
12.Unkwnown Pleasure

2016


giovedì 20 ottobre 2016

Ritual Howls - Into the water


I Ritual Howls sono una band di Detroit composta da tre elementi Paul Bancell, voce e chitarra, Ben Saginaw al basso e Christopher Samuels ai synth, drum machine ed effetti sonori. Questa meraviglia che risponde al titolo "Into The Water" è il loro terzo lavoro dopo l'esordio omonimo del 2013 e il fantastico "Turkish Leather" pubblicato due anni fa. Anche questo disco come i precedenti è rilasciato dalla Felte di Los Angeles, più che una garanzia dato che il suo catalogo nel corso degli anni è diventato talmente ricco di grandi dischi da costituire una sorta di piccola-grande enciclopedia del post punk del nuovo millennio (Sextile, Gold Class, Eeras, i nostrani Soviet Soviet solo per citarne qualcuno). 
In queste nuove nove tracce i Ritual Howls propongono quanto di meglio si può fare con la materia post punk nel 2016, che in questa occasione è arricchito da qualche eco industrial, qualche chitarra morriconiana e un po' di country western in salsa gothic. L'impatto con quest'acqua oscura e torbida non lascia scampo: sicuramente uno dei migliori dischi usciti quest'anno.




Tracklist:

01.Scatter The Scars
02.Nervous Hands
03.Bound By Light
04.Colis and Magnets
05.God Swamp
06.Park Around The Corner
07.A Thoughtful Beast
08.Spirit Murder
09.Going Upstate

2016 - Felte



lunedì 17 ottobre 2016

Cum Clave


Premessa:

Questo vecchio racconto è una schifezza immonda, ne sono cosciente. Abbiate pazienza, ma ho deciso di pubblicarlo ugualmente a mio (e vostro) rischio e pericolo. In ogni caso c'è sempre un antidoto efficacissimo: non leggerlo e passare oltre.

CUM CLAVE:

Dal vetro appannato filtravano i primi raggi del sole. Lui fece di tutto per evitarli. Si scostò dalla finestra lasciandovi solo il suo alito e le impronte dei suoi polpastrelli. Ben presto, però, il calore cancellò ogni traccia dal vetro e ai suoi piedi, sul pavimento, si formò una scacchiera di luce. 
Fuori la vita scorreva normale, a volte gioiosa e rumorosa, a volte grigia e opprimente, a volte tiepida e insulsa, ma almeno mutava in continuazione, senza lasciare spazio alla noia. Dentro invece no. Dentro ogni istante era assolutamente identico al precedente, in un ciclo continuo senza capo né coda. Dentro, la vita, se ancora si poteva chiamare così, era pesante e opprimente come un incudine sul torace. Era lenta, noiosa e dolorosa. L’orologio e il calendario si muovevano come bradipi zoppi e orbi. La vita tra quelle mura era la cosa più distante dal concetto stesso di vita.
Eppure la vita, quella vera, il mondo e tutto ciò che ci girava sopra, non erano poi così distanti. Erano giusto al di là di qualche centimetro di vetro appannato da una parte e di una porta marrone dall’altra. Niente di ché in senso assoluto, niente di insormontabile in linea di massima. Però quelle sottili barriere di legno e vetro facevano la differenza tra l’essere vivo e la sala d’attesa del nulla. E nella sala d’attesa del nulla, si sa, non arriva mai il proprio turno. Non c’è nessuna possibilità di essere chiamati, nessun numero da prendere, nessun display da osservare. Si attende e basta. Ammesso che si abbiano la forza e le energie necessarie per sopravvivere al logorio di un’attesa infinita.
Intanto lui, come tanti altri del resto, invecchiava dietro al vetro appannato. Sopra alla sua testa cominciava a diradarsi la fitta foresta nera dei tempi andati; la vista iniziava a sbandare sulle righe e anche il resto del corpo, in modo particolare l’apparato scheletrico, lo stomaco e la dentatura, erano passati al nemico e remavano contro, senza alcuna empatia né pietà. Nonostante tutto lui riusciva a coltivare ancora la speranza e il desiderio, con poca acqua e poco terreno fertile a disposizione. Lo faceva di nascosto da tutto e da tutti, anche dal suo stesso corpo che aveva cominciato il girone di ritorno, senza avergli dato il tempo necessario per abituarcisi. Aveva ancora tante, tantissime cose da fare, tanta vita da assaporare e segreti da scoprire. Se solo ne avesse avuto il tempo e la possibilità.
Avrebbe voluto essere da tutt’altra parte, se non altro per provare a realizzare qualcosa. Invece no. La vita correva veloce al di là del vetro, ma lui non poteva farci niente, se non osservarla e desiderarla con tutto il cuore. In fondo non gli restava altro da fare che rincorrere i rimpianti, nei meandri più reconditi della sua mente, a maledire gli errori e gli orrori e le rughe che avanzavano inesorabilmente come crepe in un deserto arido. Dentro e fuori. Senza speranza. Senza nessun futuro.

Dopo tanti anni di inedia e desideri infranti anche la voglia di attraversare il vetro, o più comodamente la porta, però, iniziava a scemare in qualche modo. Non sempre a dire il vero, però a giorni alterni, non era più sicuro che il mondo fosse il posto migliore per uno come lui. Forse era cambiato lui o forse era il mondo che aveva preso un’altra direzione, o forse era solo un modo per rendere più accettabile la sua condizione. In ogni caso, lo specchio e il tempo non avevano più molto da offrirgli. Ne era quasi sicuro. Che continuassero pure a divertirsi là fuori, che continuassero pure a correre. Lui si era abituato a stare fermo, ormai. Aveva perso definitivamente i suoi sogni. Si era separato dal futuro e non aveva più neanche l’obbligo di passargli gli alimenti. In fondo la sua posizione era anche abbastanza comoda e priva di grattacapi. Non doveva pensare a niente, non doveva e non poteva preoccuparsi più di nulla se non di sopravvivere al tempo dentro la stanza. Lontano dai pericoli e dalle tentazioni. Lontano dagli altri, buoni e cattivi. Tuttavia, una volta svaniti gli effetti degli accessi periodici di smarrimento e malinconia, la speranza ritornava sempre a galla più forte e potente che mai, portandosi dietro la voglia di viverla veramente quella vita così lontana e sbiadita. E lui si riavvicinava alla finestra per rinfrescare la memoria e osservare il mondo. Seduto sul suo banco di nebbia per bambini nebulosi, per imparare tutto daccapo.

Un giorno, però, qualcosa accadde nel suo microcosmo sempre uguale a se stesso. Venne svegliato dai crampi allo stomaco e si ritrovò disteso per terra sul fianco sinistro, accanto alla branda intatta e alla polvere. Si alzò in preda ai tormenti della fame - non ne aveva mai avuta così tanta nella vita - e, barcollando sulle ginocchia malferme, si diresse verso la porta. Quella stessa porta che per anni era stata la sua speranza - ma anche la sua condanna - in quel momento gli appariva diversa, sicuramente meno malvagia e irraggiungibile, anzi quasi pareva sorridergli. Lui si avvicinò in preda all’ansia e a un turbine di emozioni che gli facevano girare la testa. SI appoggiò con la mano sinistra al muro e protese la destra tremolante verso la maniglia ammiccante. La girò e questa non fece resistenza, scattò dolcemente e si aprì sul mondo, con uno stridulo cigolio. Non era chiusa a chiave. Non lo era in quel momento e forse non lo era mai stata. Anche lui iniziava a dubitarlo.
SI fermò davanti alla luce e al corridoio deserto che aveva davanti a sé. Nel giro di pochi istanti il suo corpo venne attraversato da un uragano di pensieri. La rassicurante monotonia della sua esistenza si frantumò come porcellana sotto i cingoli di un carro armato. E subentrarono tutta una serie di dubbi, e timori, con mille sfaccettature, mille sfumature e mille controindicazioni ed effetti collaterali di ogni sorta. 
Dopo tanto tempo di prigionia, noia e privazioni non sapeva più cosa farsene della vita. Tirò a sé la maniglia e chiuse fuori la luce. E il mondo intero.

- Affanculo…


Ritornò mestamente verso la sua branda e si distese accanto. Senza un sogno da accudire nel suo giaciglio di polvere.




giovedì 6 ottobre 2016


Mentre Blogger fa le bizze - è sparita buona parte del parco links di questo blog come di tanti altri, e ora mi devo rimboccare le maniche per ricomporre il puzzle - il referendum si avvicina con il suo inquietante corredo di dubbi e incertezze, falsità e menzogne di ogni sorta. La costosissima e feroce campagna del SI sta monopolizzando il palinsesto tv soprattutto in casa Rai e in primo luogo sul TG 1 con una disparità di trattamento dei due schieramenti assolutamente vomitevole. Quando va bene la differenza di tempo concesso è 80% per i Renzi's boys contro il 20% per il NO o poco più. Inoltre è ancora più spassosa la scelta dei personaggi a cui donare lo spazio: del PD renziano vengono selezionati i più telegenici e "intelligenti", per quanto riguarda l'altra parte, l'ampio schieramento del fronte del NO, quando va bene, si passa lo spezzone di Salvini contestato dalle uova e dalle teste vuote dei tizi dei centri sociali (sottolineando per bene il lancio delle uova, non le parole di Salvini) o Gasparri e Brunetta per pochi secondi. 
Per quanto mi riguarda io avevo già deciso in tempi non sospetti di escludere il tasto Uno del telecomando ma c'è anche qualcun altro in casa e a volte si finisce per sentire Giorgino e tutti i vari leccaculo del nostro benamato premier non eletto da nessuno.
Per questo motivo - e per tanti altri - ho deciso di rompere il silenzio e di dare il mio modesto e insignificante contributo ala causa del NO. Perché il problema non è solo la Rai, ci sono anche i numerosissimi giornali di Renzi, il presidentissimo Napolitano e finanche il Benigni a dire cazzate a raffica, senza alcun pudore.
Fortunatamente il fronte del NO è abbastanza ampio con Cinquestelle, Lega, la Sinistra, l'ANPI, Forza Italia, Fratelli d'Italia, i costituzionalisti tutti e la parte non ancora marcia del PD. Tuttavia, nonostante il numeroso ed eterogeneo fronte d'opposizione all'infezione renziana, ho la vaga impressione che il lavaggio del cervello da parte di giornali e tv possa portare alla vittoria l'abominevole riforma costituzionale. Gli italioti hanno già dimostrato di essere particolarmente sensibili alle lusinghe del buon Matteo, vedi cosa è accaduto con il referendum sulle trivelle. Per non parlare poi delle monete che piovono in vista di votazioni di ogni genere, come i "mitici" 80 euro per i quali una larga fetta del popolino italico si è venduto anche la propria madre e il futuro dei propri figli. Ora arriva anche il ponte sullo stretto di Messina, quello stesso che aveva proposto Berlusconi, ma allora avevano riso tutti, ma se è Renzi a lanciare il progetto nessuno ha niente da obiettare. Del resto, il nostro presidente NON ELETTO sta riuscendo a realizzare il programma del Silvio dei tempi d'oro senza che nessuno protesti. Anche l'abolizione dell'art.18 è passata senza che nessun coglione di sindacalista e nessun black block senza neuroni scendesse per strada, non dico a mettere a ferro e fuoco le città come facevano con il suddetto Silvione, ma neanche a fare una piccola e pacifica manifestazione di dissenso. Evidentemente all'italiano va bene così. L'unica cosa importante è che non sia la destra o la Lega a decidere, se invece la legge-merda è concepita dal PD di Renzi (con Verdini, Monti e Alfano) che con la sinistra non c'entra più assolutamente nulla va tutto bene, anzi benissimo.
Quando poi i sondaggi calano ci pensano i TG del servizio pubblico, i grandi quotidiani nazionali, i vari Scalfari, Benigni e Napolitano, la UE, le banche, la finanza mondiale e la Merkel a correre in aiuto del PD di Renzi. Il primo passo è sempre distogliere l'attenzione dai problemi mettendo sotto i riflettori avvenimenti decisamente poco rilevanti, se non addirittura inconsistenti, come è avvenuto ad esempio con la montatura sul "caso" Raggi e su Roma a Cinquestelle, dove si è creata una scenografia monumentale dal nulla o quasi, con decine di minuti in apertura di ogni telegiornale per intere settimane, cazzate e fatti insignificanti buttati giù in modo efficace da abili sceneggiatori, approfittando di qualche ingenuo errore di gioventù. 
In ogni caso i risultati pare diano ragione al renzismo: il PD risale e i Cinquestelle si appannano leggermente, giusto in tempo per il referendum. Il lavaggio del cervello funziona sempre molto bene in italia, anche perché quell'affare lì, il cervello, sono in molti a non averlo in dotazione da queste parti. Sarà colpa della tv, dei reality show, dei social network o forse di qualche tara genetica che il nostro popolo si porta appresso da tempo immemore? Non saprei. Ma all'italiano medio basta che gli dai un telefonino di ultima generazione, un grande fratello, Amici o un'altra cagata simile, il suo spazio Facebook per postare foto orrende e cazzate, una partita di calcio in tv, Vespa e Benigni e sono apposto per tutta la vita. Se poi gli regali 80 euro che magari gli riprendi il giorno dopo, tanto non se ne accorgono, allora sarebbero capaci di votare Renzi per tutta la vita.

Ricordatevi un renzi è per sempre, per tutto il resto c'è Alitalia...Io ho già i bagagli pronti (nel caso vincesse il Si).
Fate un po' come volete, io voto NO.


















L'ultimo obbrobrio di casa Renzi...notate come è posto il quesito sul referendum e imparate:




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