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Bochesmalas

mercoledì 25 gennaio 2017

The Black Veils - Dealing With Demons


I Black Veils sono un trio (Gregor Samsa, voce, Filippo Scalzo, basso e Mario D'Anelli alla chitarra, synth e drum machine) proveniente dalla fertilissima scena bolognese.
Si sono formati nel 2014 e hanno all'attivo due album. La prima uscita, l'album "Blossom", pubblicato nel 2015, è stata un'autentica sorpresa, un disco che ha lasciato il segno nei miei (e non solo) ascolti pomeridiani, anche se l'ho scoperto con un anno di ritardo. Il nuovo "Dealing With Demons", oggetto di questa recensione, è in dirittura d'arrivo e sarà disponibile tra qualche giorno, il 28 Gennaio per essere precisi, per l'etichetta bolognese Atmosphere Records.
I suoni che scaturiscono da questo disco sono un potente e ricco concentrato di umori shoegaze, indie pop e forti pulsioni post punk. L'architettura sonora è sostenuta da un basso corposo e vigoroso e dalla varietà delle soluzioni ritmiche ottenute sia con un moderato uso della drum machine sia con una batteria vera. Sopra il tappeto ritmico si ritrovano l'esuberante chitarra di D'Anelli capace di spaziare da giri graffianti ad alta dinamica a delicati ricami. 
Rispetto all'album precedente caratterizzato da toni scuri in "Dealing With  Demons" filtra più luce, la nebbia si è diradata e la melodia è libera di correre senza freni. Giusto per dare una vaga idea, lungo la strada percorsa questi solchi è più facile giungere in prossimità di Morrisey e degli Smiths che non a casa di Ian Curtis. Anche se non mancano pennellate più scure e chitarre ruggenti come nella bellissima "The Persistence of Memory" dove Dalì e il mondo The Black Veils s'incontrano e si fondono alla meraviglia. Ma è la variabilità all'interno di molti brani a rendere interessante l'ascolto come avviene con la Smithiana "Nothing Pure" dove il possente basso e degli stacchi più cupi e tenebrosi sono abilmente bilanciati da una melodia solare e da chitarre cristalline.
In conclusione avere a che fare con questi demoni è senza alcun dubbio un'esperienza piacevolissima. Il disco cresce ad ogni ascolto e promette di restare a lungo nei nostri stereo e soprattutto nelle nostre teste.
Altamente consigliato.

Tracklist:

01.The Persistence of Memory
02.Nothing is Pure
03.The Ghost Inside
04.Reptile (Chant for Cold-Blooded Creatures)
05.True Beauty Attacks!
06.Prinsengracht
07.The Comforting Taste of Another Springtime Torture
08.Freyja
09.Dealing With Demons
10.The Wicker Man
11.The Disintegration of the Persistence of Memory

2017 - Atmosphere Records









5 commenti:

  1. Ho ascoltato una parte (più o meno la metà). A livello di 'un' ascolto, mi piace. Nel senso che se fosse un disco lo lascerei girare, piuttosto che affannarmi frettolosamente ad alzare la testina e cercare di dimenticarlo il più fretta possibile. Niente quindi aggiungere alla tua esauriente recensione. Solo che ho notato, limitamente al primo brano, un qualcosa dei Sonic Youth, periodo "Dirty'.

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  2. Grazie Tore, considerazioni molto interessanti. "Dirty" dici? In effetti può starci. Mi sa che uno di questi giorni ti chiedo una (o più, se ti va) recensione completa da inserire nel blog. Scegli pure il disco tu...

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  3. Sono dovuto andare ad riascoltare i Sonic Youth, dopo anni, per giustificare in qualche modo il mio pur labile riferimento a loro. Forse trattasi di Silver Rocket che però è in Daydream Nation. Come vedi già questo dimostra che le recensioni non fanno per me. Rischierei di fare gran brutte figure.

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  4. Comunque, ti ringrazio per il tuo invito e se ho qualcosa di sensato da scrivere te lo farò sapere.

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  5. Macché brutta figura...Sono sicuro che uscirà fuori qualcosa di molto interessante. Ciao!

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