Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

martedì 4 marzo 2014

Behemoth - The Satanist


I Behemoth sono tornati. Nonostante la leucemia (e successivo trapianto di midollo) che ha colpito Nergal nel 2010, proprio all'apice dell'inarrestabile ascesa della band polacca dopo la pubblicazione dell'eccellente "Evangelion."
Ora è giunto il momento per Adam "Nergal" Darski e i suoi di riprendersi la scena con il  decimo album in studio. Il decimo centro pieno. Anzi "The Satanist" va ancora più in la, oltre la già buonissima qualità degli album più recenti che li hanno fatti uscire dal circuito underground (Demigod, The Apostasy e il già citato Evangelion): tanto per mettere subito in chiaro le cose si tratta di un capolavoro.
Lo stile musicale è quello di sempre, ulteriormente affinato e lentamente evolutosi nel corso degli anni; è solo la qualità delle composizioni a far spiccare il volo al nuovo nato, oltre all'introduzione di elementi nuovi tra le sette note nere che fanno parte del DNA dei Behemoth.
Ci sono fiati (affidati all'Hevelius Brass Quintet), chitarre acustiche e archi, seppur non troppo invadenti.
In "The Satanist" riprende vita anche il black metal degli esordi, reinnestandosi in modo sublime nell'impasto sonoro epico e potente degli ultimi dischi.
Nove canzoni in 44 minuti di rara intensità. Il disco è pubblicato dalla Nuclear Blast e nella succulenta Special Edition contiene un dvd con l'intero concerto "Live Barbarossa" registrato il 26 settembre 2012 a Ekaterinburg in Russia, e il documentario "The Satanist: Oblivion."

L'apertura del fuoco è affidata a "Blown Your Trumpets Gabriel," già pubblicata come antipasto dell'album: epica e maestosa, è arricchita da parti sinfoniche e soprattutto da violente accelerazioni, che si ripresentano con tutto il carico di oscura ferocia nella successiva, eccezionale, "Furor Divinus," dove il furore divino non poteva essere rappresentato meglio.
La "messa nera" che segue ci fa immergere totalmente nel clima nero e cupo dell'opera con la voce di Nergal che sfoggia tutto il suo campionario istrionico con parti quasi recitate e urla feroci; la sezione ritmica è una macchina da guerra e le chitarre, come in tuta la scaletta, sono uno spettacolo.
"Ora Pro Nobis Lucifer" è un'entusiasmante cavalcata infernale aggressiva e violenta: puro blackened death metal, con una potente parte centrale thrash/mosh, condotta da robuste linee di basso.
"Amen" si affaccia con la delicatezza di un Black&Decker puntato sulla tempia, scorre con ferocia su un tappeto impressionante di blast beats che nella parte centrale, più quieta, mutano in percussioni tribali.
Ma è con la title track che il disco raggiunge il suo apice: un epico mid tempo sconquassato da un potente riff, accelerazioni black e alleggerito da oscure chitarre fluide dal gusto dark, con un continuo cambio di atmosfera che la rendono sempre più interessante ad ogni passaggio nel lettore cd.
La traccia "In the Absence ov Light" contiene, nella sua parte atmosferica centrale, un frammento recitato in polacco, accompagnato da chitarre acustiche, tratto dal dramma "The Marriage" di Witold Marian Gombrowicz, romanziere e drammaturgo polacco dei primi del novecento.
Nella parte finale le percussioni diventano quasi industrial e compare addirittura un sassofono.
A questo punto della scaletta ci si potrebbe anche accontentare tanta è la carne sul fuoco, ma la zampata finale, la bellissima "O Father O Satan O Sun" è una delle cose migliori e più azzardate mai composte dai Behemoth. all'interno dei suoi 7 minuti di durata scorrazzano i fiati come se fosse il contesto più naturale del mondo, un giro di chitarra memorabile e un'atmosfera carica di pathos e maestosità dove Nergal recita con tutto l'armamentario della sua ugola.
Gran disco.

Per chi ha ancora qualche Zloty ed è all'oscuro delle vicissitudini della scena metal europea, può essere utile sapere che la Polonia è terreno fertilissimo per quanto riguarda il metal in tutte le sue declinazioni. Oltre ai Behemoth che sono la punta di diamante della scena estrema polacca, qui sono cresciute numerosissime ottime band: i grandissimi death metallers Vader, innanzitutto, poi Artrosis, Lux Occulta, Arkona, Sacrilegium, Azarath, Graveland, Decapitated, Moonlight e tantissimi altri.


Tracklist:

01.Blow Your Trumpets Gabriel
02.Furor Divinus
03.Messe Noire
04.Ora Pro Nobis Lucifer
05.Amen
06.The Satanist
07.Ben Sahar
08.In The Absence ov Light
09.O Father O Satan O Sun!

2014 - Nuclear Blast

Formazione:

Adam "Nergal" Darski: voce, chitarra, liriche
Tomasz "Orion" Wróblewski: basso
Zbigniew Robert "Inferno" Prominski: batteria, percussioni





















2 commenti:

  1. Ci credi che non ho ancora capito se definire "The Satanist" un capolavoro o una ciofeca? E' un disco di difficile assimilazione e ritengo che solo il tempo renderà giustizia a quest'opera. Comunque sia, lunga vita ai Behemoth! :D

    RispondiElimina
  2. Beh, io ho deciso per la prima opzione (il capolavoro) e oltretutto ho qualche difficoltà a far uscire il dischetto dal lettore cd...è piazzato li dentro da un paio di settimane! :)))

    RispondiElimina